INCONTRI CON L’INTERPRETE – Sophia Liu

Intervista a Sophia Liu

a cura di Gloria Galbiati

[🇬🇧 English version below]

 

Un talento raro che incontra una forte determinazione e la volontà di realizzare un grande sogno, che ormai è realtà: Sophia Liu, astro nascente del pianismo internazionale, a soli sedici anni è ampiamente apprezzata in tutto il mondo per le sue raffinate e solide interpretazioni del repertorio pianistico, soprattutto romantico.

Allieva del noto pianista e didatta Dang Thai Son, Sophia ha origini cinesi ma è emigrata in Canada all’età di sette anni, dove risiede tutt’ora. È vincitrice di numerosi concorsi internazionali ed è regolarmente invitata a esibirsi nelle sale da concerto di tutto il mondo per importanti festival, condividendo il palco con interpreti di altissimo livello e collaborando con numerose orchestre. Primo Premio nel 2023 al Thomas & Evon Cooper International Competition, dove si è esibita con la Cleveland Orchestra diretta da David Robertson, nell’ottobre dello stesso anno è stata pluripremiata al Concorso Arturo Benedetti Michelangeli di Brescia, dove ha vinto il Secondo Premio, il Premio come più giovane semifinalista e il Premio del Pubblico.

È dunque molto atteso il suo ritorno a Brescia. Per il suo primo recital italiano, previsto venerdì 25 ottobre 2024 in occasione della 53^ Stagione Concertistica GIA, Sophia Liu proporrà un programma interamente romantico, con una prima dedicata a Franz Liszt e una seconda a Fryderyk Chopin, due autori da lei molto amati.

Nel frattempo, l’abbiamo incontrata e le abbiamo fatto qualche domanda.

 

 

Come ti sei avvicinata alla musica e quando hai capito che saresti diventata una pianista concertista?

Il mio primo approccio l’ho avuto da bambina: avevo un’età in cui dovevo iniziare ad imparare qualcosa, che fosse legato ad una dimensione didattica o ad una più ludica. È stato mio padre ad avvicinarmi alla musica – lui suonava il violino quando era più giovane – e me ne sono subito innamorata. Rimango sempre stupita dai magici suoni che il nostro strumento musicale può creare… Fin dal primo giorno, il mio più grande sogno è stato quello di diventare una pianista concertista, e tutto ciò che ho fatto nel corso degli anni è perseguire questo obiettivo.

 

Nonostante la tua giovanissima età, stai portando avanti una carriera internazionale di alto livello, che spesso ti porta a girare per il mondo. Come riesci a conciliare la tua attività concertistica con gli impegni scolastici?

Ho la fortuna di poter seguire le lezioni scolastiche online, quindi posso viaggiare spesso ed ovunque portando avanti il mio percorso scolastico e svolgendo i miei compiti: tutto ciò di cui ho bisogno è un computer! E quando non sono in viaggio o non mi esibisco, cerco di dedicare più tempo possibile allo studio del pianoforte.

 

Lo scorso anno sei stata pluripremiata al Concorso Pianistico Internazionale “Arturo Benedetti Michelangeli” di Brescia: hai infatti ricevuto il secondo premio, il premio del pubblico e il premio come più giovane semifinalista. Come hai vissuto quest’esperienza?

Innanzitutto, la scelta di iscrivermi a questo concorso è nata dal fatto che ho sempre avuto una forte ammirazione nei confronti del grande maestro Arturo Benedetti Michelangeli: sono cresciuta ascoltando le sue registrazioni, quindi ho pensato che sarebbe stato meraviglioso prendere parte ad una competizione che portasse il suo nome. All’epoca, avevo appena compiuto quindici anni e fino ad allora avevo partecipato solo a concorsi che avevano categorie giovanili, per cui mi sono iscritta al “Michelangeli” soprattutto per poter vivere una nuova esperienza, vedendola come un’opportunità di crescita, con la volontà di imparare anche dagli altri concorrenti, che sono tutti grandi pianisti. Sono molto grata per aver vinto alcuni premi, ma so di essere ancora molto giovane e di avere ancora molto da imparare.

 

È dunque atteso il tuo ritorno a Brescia, dove ti esibirai per la 53^ Stagione Concertistica GIA, proponendo un programma che include meravigliose opere del repertorio romantico. Perché hai scelto proprio questi autori – Liszt e Chopin – e questi brani?

Credo che il repertorio romantico in generale si adatti molto bene a me e sia il più vicino al mio stile. Il programma che eseguirò a Brescia include anche due trascrizioni operistiche: Reminiscenze dalla Norma e le Variazioni su “Là ci darem la mano” sul Don Giovanni di Mozart di Chopin. Amo l’opera, e credo che queste due composizioni siano gemme assolute del repertorio ottocentesco.

 

Quali sono i compositori che ami maggiormente?

La risposta potrebbe essere ovvia: Chopin e Liszt. Ma in realtà ne esiste anche un’altra per cui mi sento di dire che potrei avere circa cinquanta compositori “preferiti”, perché ogni autore ha una propria unicità e possiede un proprio linguaggio, con cui in qualche modo ci fa capire quello che sta cercando di esprimere.
Tornando ai miei amati Chopin e Liszt, penso che la loro musica possa parlare da sola. C’è qualcosa di così meraviglioso nell’ascoltare o suonare le loro opere, qualcosa che nessun’altra esperienza umana può eguagliare.

 

Quali sono gli aspetti più importanti che ricerchi nel tuo pianismo e nel tuo modo di fare e vivere la musica?

Credo che una delle sfide più grandi per i musicisti classici sia risolvere il conflitto tra eredità e originalità. Inoltre, penso che rispettare la natura della musica mantenendo il proprio carattere sia una qualità molto importante da avere come musicista: questo è ciò che apprezzo nei pianisti che ammiro ed è anche ciò a cui aspiro io stessa.

 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro e dove ti vedi tra dieci anni?

Spero di poter frequentare un conservatorio che mi piace e continuare a studiare e a perfezionarmi dal punto di vista musicale, oltre a collaborare con i manager e a esibirmi il più possibile. Non so dove sarò tra dieci anni, perché il mondo cambia così in fretta, ma farò del mio meglio.

 

Per concludere, pubblichiamo in questa intervista una tua registrazione. Cosa proponi?

Vi propongo l’ascolto della mia esecuzione delle Variazioni di Chopin su “Là ci darem la mano”. Si tratta di una registrazione dello scorso anno, realizzata durante una delle prove del Concorso “Michelangeli”. L’opera in sé è un capolavoro e mi rappresenta molto bene.

 

 

 
 
 

Interview with Sophia Liu

by Gloria Galbiati

 

A unique talent that meets a strong determination and the wish to realize a great dream, which is now a reality: Sophia Liu, a rising star of international pianism, at only sixteen years old is widely appreciated in all the world for her refined interpretations of the piano repertoire, especially romantic.

Pupil of the famous pianist and teacher Dang Thai Son, Sophia has Chinese origins but she emigrated to Canada at the age of seven, where she still live. She has won numerous international competitions and is frequently invited to perform in concert halls worldwide for prestigious festivals, often collaborating with top-level performers and orchestras. In 2023, she won First Prize at the Thomas & Evon Cooper International Competition, where she performed with the Cleveland Orchestra under the baton of David Robertson. Later that year, she was awarded multiple prizes at the Arturo Benedetti Michelangeli Competition in Brescia, where she won the Second Prize, the Award for youngest semi-finalist and the Audience Award.

She is going to return in Brescia for her first Italian recital, that’ll be on Friday 25 October for the 53rd GIA Concert Season, and Sophia Liu will propose an entirely Romantic program, with music by Liszt and Chopin, two composers that she loves very much.

In the meantime, we met her and asked her a few questions.

 

How did you approach the music and when did you realize you were going to be a concert pianist?

I was at the age where I had to learn something, whether from the perspective of education or enjoyment. I was introduced to music by my father who played the violin in his early years, and I soon fell in love with it. I’ve always been amazed by the magical sounds our instrument can create… It has been my biggest dream to become a concert pianist since day one, and all I’ve been doing over the years is taking steps to reach that goal.

 

You are very young, but you already have an excellent musical career and very often travel the world. How do you make the concert activity coincide with piano practice and school?

I have my academic classes online, so I can travel frequently without missing a lot of schoolwork. In fact, I can have my classes anywhere, since all I need is a computer! I try to make as much time as possible for piano practice whenever I’m back at home and on the days I’m not traveling or performing. 

 

You won many prizes at the first edition of the Michelangeli Competition in Brescia the last year: Second Prize, Prize as the youngest semifinalist and Audience Prize. Could you tell us something about this experience?

I chose this competition because I’ve always been very fond of the great master Arturo Benedetti Michelangeli. I grew up listening to his recordings, and I figured that it would be wonderful to participate in a competition named after him. I had just turned 15, and up until then, I’d only participated in junior competitions. I went there mostly for the experience and the opportunity to learn from the other contestants who are all great pianists. Even though I did win a few prizes, which I’m very grateful for, I’m still very young and have a lot to learn.

 

So you’ll return in Brescia, and the program you’ll play includes amazing works of the Romantic repertoire. Why did you choose these authors – Liszt and Chopin – and these pieces?

I think the Romantic repertoire generally suits me well and it’s closest to my style. My program includes two transcriptions of opera: Liszt’s Réminiscences de Norma and Chopin’s Variations on “Là ci darem la mano”. I love opera, and I believe that these two works are absolute gems of the 19th century repertoire.

 

Which are the composers you love the most?

There is an obvious answer, which would be Chopin and Liszt, and a not-so-obvious one, which would be that I have about 50 “favorite composers”. Because ultimately, every renowned composer out there is unique, and every one of them write in their own language… and then somehow make us understand what they’re trying to say. As for Chopin and Liszt, I think their music can speak for itself. There is something so exquisite about listening or playing their music that no other human experience can replace.

 

What musical aspects are most important in your way to play the piano and your artistic research?

I think one of the biggest challenges as classical musicians is solving the conflict between inheritance and originality. I think that respecting the nature of the music while maintaining one’s own character is a very important quality to have as a musician, and it’s what I appreciate about the pianists I admire, as well as something I strive for myself.

 

What are your plans for the future and where do you hope to see yourself in ten years?

I hope that I can enroll in a conservatory that I like and continue to study and improve my musical interpretation, as well as collaborating with managers and performing as much as I can. I don’t know where I’ll be in ten years, because the world changes so quickly, but I will do my best.

 

Finally, we will insert a recording of your performance in this interview. What do you propose?

This is my recording of Chopin’s Variations on “Là ci darem la mano” from the A. B. Michelangeli Competition last year. The work itself is a masterpiece, and it represents me quite well.