INCONTRI CON L’INTERPRETE – Yuki Serino

Intervista a Yuki Serino

a cura di Dario Falcone

 

Domenica 6 ottobre 2024 avremo il piacere di ascoltare Yuki Serino, giovanissima violinista, vincitrice, tra gli altri, del Concorso Internazionale di Violino “Città di Cremona”. Nata a Roma nel 2006, attualmente frequenta il Pre-College presso il Mozarteum di Salisburgo sotto la guida di Pierre Amoyal, e ha studiato con Giuliano Carmignola e Georg Egger. Nella primavera del 2023 è stata invitata in Giappone a partecipare ad una tournée della “Seiji Ozawa Academy”, dove ha avuto l’opportunità di esibirsi come Primo Violino di Spalla in sale prestigiose come il Tokyo Bunka Kaikan (Main Hall), l’Aichi Prefectural Art Theater (Main Hall), e il ROHM Theatre di Kyoto.

Yuki ha anche collaborato come camerista con le prime parti del Teatro alla Scala, Santa Cecilia, Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra Mozart, Orchestra del Festival di Lucerna, Camerata Salzburg, e Mahler Chamber Orchestra.

Si è esibita come solista e camerista in sale prestigiose come: Kursaal di Merano, Großer Saal e Solitär del Mozarteum di Salisburgo, Gustav Mahler Hall di Dobbiaco, Staller Center Recital Hall di New York (dove ha vinto il 2° premio al concorso J. S. Bach Competition di New York), Auditorium di Bolzano, Teatro Comunale di Vicenza, e altre.

Il programma che ascolteremo domenica 6 ottobre, in occasione del concerto straordinario della 53^ Stagione Concertistica, prevede l’esecuzione delle prime due Partite per violino e della prima Sonata. Un concerto, dunque, che avrebbe sicuramente affascinato il poeta Pier Paolo Pasolini che tanto amava il repertorio bachiano per violino solo. In particolare, nel suo saggio Studi sullo stile di Bach (1944-1945), arrivava a vedere nella Siciliana della Sonata n° 1 BWV 1001 una «lotta cantata infinitamente tra la Carne e il Cielo», cioè tra un orizzonte umano e uno divino.

Ho avuto occasione di incontrare Yuki e di rivolgerle qualche domanda.

 

Come nasce il tuo amore per la musica? Come ti sei avvicinata al violino?

I miei genitori sono entrambi i musicisti, precisamente violinisti, quindi ho respirato la musica in casa da quando sono nata. La musica è uno dei miei primi ricordi musicali. Ricordo che quando i miei genitori provavano i quartetti di Mozart, io, piccolissima, seduta al tavolo, canticchiavo disegnando quelle melodie. Che lusso! Mi sono quindi avvicinata al violino in modo molto naturale. L’ho iniziato a suonare a due anni quasi per gioco, suonando insieme ai miei genitori.

 

Quale repertorio prediligi? Ti appassiona la musica da camera?

Per me, già da quando ero molto piccola, è sempre stato fondamentale differenziare lo stile in base al periodo storico in cui è stato composto un brano. Inoltre, ho avuto il grandissimo onore di poter studiare con vari maestri come Pierre Amoyal, il mio maestro attuale, e Giuliano Carmignola, con cui ho avuto l’opportunità di lavorare su repertori e stili diversi. Come ho già anticipato prima, la musica da camera non è solo una mia passione, ma credo sia fondamentale per un musicista. Io la sento come una vera e propria “casa”, dove ho ricordi, dove posso condividere e raccontare e anche rifugiarmi se serve.

 

Il 6 ottobre, in occasione della 53^ Stagione Concertistica GIA, proporrai un programma interamente bachiano. Che rapporto hai con questo autore fondamentale della musica occidentale?

La musica di Bach è sempre stata molto presente nella mia vita. Ogni volta che metto la mia parte (il manoscritto) sul leggio, provo grande rispetto e responsabilità, ma anche un senso di libertà, come se all’improvviso mi dessero un pennello con cui iniziare a dipingere.

Pensi che la musica possa avere un ruolo determinante nella società?

Io dico sempre che per me la sensazione più bella che posso avere da un pubblico è l’applauso e il calore che ricevo ogni volta, ma ciò che mi fa davvero commuovere e che ricorderò per sempre sono i bambini che dopo il concerto vengono da me con la mamma e mi dicono con le lacrime agli occhi: «Io da oggi voglio suonare il violino». Nel corso degli anni mi è capitato di suonare davanti a persone di ogni età, di diverse culture e di gusti diversi, ma credo che la nostra responsabilità di artisti sia quella di riuscire a unire le persone, almeno al momento del concerto, per poi ritornare a vivere nello stesso modo di prima, ma si spera con qualche cambiamento nel cuore.

 

Per concludere, ci proporresti una tua esecuzione da ascoltare?

Vi propongo la mia esecuzione del secondo movimento della celebre Sonata per violino e pianoforte di César Franck.