INCONTRI CON L’INTERPRETE – Filippo Gorini

Intervista a Filippo Gorini

a cura di Gloria Galbiati

 

Vincitore nel 2015 del Concorso “Telekom-Beethoven” di Bonn (con voto unanime della giuria), nel quale ha ricevuto anche due premi del pubblico, Filippo Gorini, classe 1995, è uno dei più interessanti talenti della sua generazione, tanto che è stato lodato da Andrei Gavrilov come “un musicista con una combinazione di qualità artistiche rare: intelletto, temperamento, ottima memoria, immaginazione vivida e grande controllo”. Il suo talento, la sua sensibilità musicale e la sua maturità artistica l’hanno portato ad esibirsi in tutto il mondo, suonando con importanti orchestre e ottenendo sempre ampio successo da parte del pubblico e della critica.

Diplomatosi al Conservatorio “G. Donizetti” di Bergamo con lode e menzione d’onore e perfezionatosi presso il “Mozarteum” di Salisburgo, ora continua gli studi con Maria Grazia Bellocchio e con Pavel Gililov, ai quali si aggiunge il prezioso consiglio di Alfred Brendel

Già ospite per la nostra Associazione nel 2016, Filippo Gorini ritorna ad esibirsi per il cartellone della GIA, proponendo un programma davvero interessante: L’Arte della Fuga di Johann Sebastian Bach. Nell’attesa di ascoltarlo sabato 9 aprile 2022 alla Chiesa di San Cristo di Brescia per il quinto appuntamento della 52^ Stagione Concertistica, lo abbiamo incontrato e gli abbiamo fatto qualche domanda.

Ph. Marco Borggreve

 

Come ti sei avvicinato ed hai affrontato lo studio di un’opera così complessa come L’Arte della Fuga di Johann Sebastian Bach e cosa ti ha affascinato maggiormente di questo enigmatico capolavoro?

Durante il corso di clavicembalo in conservatorio a Bergamo, il Maestro Sergio Vartolo mi propose di cominciare a studiare due contrappunti tratti da questo capolavoro. Conoscevo L’Arte della Fuga quasi solo per la sua fama di opera complessa, astratta, intellettuale. Ma leggendola e studiandola al clavicembalo e al pianoforte la sensazione fu tutt’altra: avevo davanti a me un’opera completa, in cui il grandissimo rigore e la perfezione compositiva consentivano un’espressività fortissima, allo stesso tempo personale e universale. Da allora ho cominciato lentamente a portare avanti lo studio di quest’opera, proponendola finalmente in concerto e in disco dopo i lockdown degli anni passati. 

 

Il 9 aprile, alla Chiesa di San Cristo di Brescia, proporrai L’Arte della Fuga seguendo un ordine d’esecuzione che hai scelto personalmente. Che criterio hai seguito?

L’ordine non è esattamente scelto “personalmente”. L’opera è incompiuta, e Bach ne ha potuto preparare la pubblicazione solo in parte. Ci sono alcuni dubbi sulla collocazione dei canoni e di alcuni degli ultimi contrappunti, e per scegliere ha senso studiare la musicologia dell’opera, capirne la struttura di base, e infine provare e riprovare i vari ordini possibili fino a trovare quello che ci sembra inequivocabilmente migliore. La traiettoria dell’opera disegna un viaggio che cresce in complessità, partendo da una forma elementare di fuga e complicandola progressivamente. Man mano cresce anche la tensione espressiva, fino a giungere alla apocalittica fuga finale, rimasta incompiuta alla morte di Bach.

 

L’impegno che hai riservato allo studio dell’Arte della Fuga non si è limitato all’esecuzione, ma da esso ha preso forma anche un tuo personale progetto: The Art of Fugue Explored. Di cosa si tratta?

Tengo molto ad avvicinare il pubblico a questa musica, che è commovente e preziosa, e porta a un’esperienza di profonda meditazione che vorrei tutti potessero provare. Nel mio progetto, ho inciso l’opera, accompagnandola con poesie invece che note musicologiche, e ho realizzato una serie di interviste a grandi personalità del mondo contemporaneo. Bach ha affascinato e influenzato persone di ogni tipo: architetti, pittori, matematici, coreografi e registi. Sentir dire da ciascuno di loro perché questa musica li ha toccati così in profondità spero possa aprire chiavi di lettura e di accesso a questa musica per tutti.

 

Il tuo interesse verso le opere monumentali non incomincia con Bach. Fin dall’inizio della tua carriera artistica, che ha preso avvio molto presto, hai infatti rivolto particolare attenzione ad alcuni dei capolavori della maturità di Beethoven, portati poi anche in sala di registrazione, come le Sonate op. 106 e op. 111 e le Variazioni Diabelli, quest’ultime eseguite in occasione della tua prima esibizione nella Stagione Concertistica GIA nel 2016. Come definisci il tuo rapporto con questo compositore?

Non mi piace molto la parola “monumentale”. Tende a sottolineare una distanza spesso fittizia tra il compositore e il pubblico, o anche l’esecutore. Forse preferirei chiamarle “magistrali”, perché sono le opere che insegnano di più, le opere in cui i più grandi compositori hanno condensato un’intera vita di ricerca. Per questo le studio così tanto, perché mi insegnano tutto quello che serve imparare sulla musica! Beethoven rimane il compositore a cui mi sento più vicino, quello che non può mai mancare nella vita. La sua capacità di esprimere con intensità ogni lato dell’animo umano, dalle sofferenze, alla grazia, alla gioia, è qualcosa di incredibile. 

 

Altri autori a cui ti senti particolarmente legato?

Bach, Schumann, Brahms, Schubert, Mozart e Chopin.

 

Progetti per il futuro?

Per il 2025 sto progettando una serie di residenze in sette città internazionali. L’idea è di non limitarmi mai ad apparire per un solo concerto, ma restare in una città per un mese intero e unire concerti sia da solo che con orchestra ad attività didattica, divulgativa e cameristica.

 

Per concludere, pubblichiamo in questa intervista una tua registrazione. Cosa proponi?

Proporrei di ascoltare la mia esecuzione dell’Arte della Fuga. Ogni volta che si riascolta quest’opera si colgono più aspetti, si comprende meglio il disegno globale e ci si immerge maggiormente. Per chi avesse tempo di ascoltarla già prima di venire a sentirmi dal vivo, lo consiglio vivamente.

Ascolta l’album di Filippo Gorini Bach: The Art of Fugue, edito da Alpha Classics/Outhere.